Nozze gay a Mogadiscio. Di Shukri Said

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Nel paese degli Al Shabab non tutto è perduto: la settimana scorsa, con una grande festa, sono state celebrate le prime nozze gay a Mogadiscio. Un centinaio di invitati, alcuni venuti anche dall’estero, si sono ritrovati in una villa per festeggiare le nozze fra due uomini legati affettivamente da tempo. Non tutti però hanno gradito.

Alcuni vicini sono rimasti sorpresi dall’evento, altri hanno tentato una reazione violenta. E’ intervenuta la polizia che ha difeso la cerimonia allontanando i facinorosi. Tuttavia la stampa ha preferito non dare particolare risalto alla notizia.

Non è la prima volta che Mogadiscio si mostra tollerante verso gli omosessuali. Già sotto Siad Barre, oltre vent’anni fa, tutta l’alta borghesia si serviva dal famoso sarto Ali Gay ed era diffuso tra gli adolescenti il costume di rapporti omosessuali per mantenere, da una parte, il mito della verginità e, dall’altra parte, per superare la scarsa disponibilità femminile ai rapporti prematrimoniali.

Del resto il deputato Dahir Amin Jesow ha chiesto nei mesi scorsi che venga discussa dal Parlamento una legge per regolamentare le unioni omosessuali che devono trovare un loro posto anche nella versione definitiva della Costituzione somala che si discute in questa legislatura.

Sono tutti elementi che dimostrano come la tradizione laica e liberale della Somalia non sia stata affatto sradicata dai movimenti fondamentalisti islamici che hanno percorso e percorrono l’intero paese e che non fanno dormire sonni tranquilli agli omosessuali somali.

E non a caso i nomi dei protagonisti delle nozze della scorsa settimana a Mogadiscio è meglio che restino riservati per evitare contro di loro le reazioni dei soliti tifosi dell’eterosessualità che anche l’Occidente ben conosce.

Di Shukri Said

Isha Ku Hay Allgalgaduud Media
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